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Quella foto ha una storia. Sembrava destinata
ad ingiallire nell'album dei ricordi di ciascuno
di noi. Accanto a quella della presentazione del
primo libro o all'altra, con gli amici del liceo,
durante la spensierata gita scolastica. E invece
quella foto, ogni tanto, usciva dall'album per
vivere un suo giorno di notorietà. Quando
un giornale la pubblicava a corredo dell'intervista
o della biografia di uno di quei giovanotti che,
nel frattempo, ce l'aveva fatta. Fu così
nella stagione dello "sdoganamento",
primi anni Novanta, quando il Msi di Fini fece
la sua decisa, irreversibile traversata verso
Alleanza nazionale, e il governo del Paese.
Accadde anche quando il Corriere della Sera mi
intervistò nel 2002, alla fine di aprile,
subito dopo la mia nomina a direttore del Tg2.
O quando Maurizio Gasparri divenne ministro delle
Comunicazioni. O quando, nel 2005 -dentro Storace,
fuori Gasparri- si scandagliò nelle loro
storie, alla ricerca di antiche rivalità
che spiegassero nuove contrapposizioni.
Nella primavera del 2003, a Napoli, nello splendido
teatro del Palazzo Reale, ricevetti un premio.
Sul palco, accanto a me, Marcello Veneziani, che
per
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alcuni mesi -alla fine degli anni Settanta-
fu giornalista praticante al Secolo d'Italia. I riconoscimenti,
per il giornalismo e per la cultura, ci furono consegnati da
Antonio Ghirelli, grande giornalista napoletano, nella sua carriera
direttore di diversi quotidiani e del Tg2, oltre che portavoce
del presidente della Repubblica Pertini e del presidente del
Consiglio Craxi. Prima della foto-ricordo, Ghirelli si disse
contento di premiare proprio noi due: "Io sono un vecchio
socialista e da molto tempo sono convinto che sbagliammo, per
lunghi decenni, ad escludere ogni dialogo con la destra culturale,
politica e giornalista nel nome dell'arco costituzionale. Oggi
premiamo un bravo giornalista e un valido intellettuale. Ma
quanti Mazza e quanti Veneziani ci siamo persi? A quanti abbiamo
impedito di esprimersi, e di primeggiare, per una immotivata
discriminazione?".
Il racconto che segue è dedicato a quanti furono ragazzi
di via Milano prima di noi. |
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Ecco la mitica squadra dei
giornalisti del Secolo dItalia. Da sinistra.
In piedi: il condirettore Franz Maria DAsaro,
Mauro Mazza, Maurizio Gasparri, Francesco Storace,
Bruno Socillo, Claudio Pompei, Luca Montebelli e
Gianni S. Rossi. Accosciati: Pino Rigido, Silvano
Moffa, Gennaro Malgieri, Roberto Iacopini, Gianfranco
Fini e Stefano Mattei. |
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